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      Comunque, i due conversavano sulle faccende correnti, e il Brenner nota che il marchese "non sembrava affatto rassicurato sull'ultime conseguenze dell'impresa nella quale re Carlo Alberto s'era indotto ad entrare", ma credendo che "in caso di collisione fra i due eserciti il vantaggio rimarrebbe al maresciallo Radetzky, ei pareva fondare le sue speranze sulle interne difficoltą dell'impero". Non ho creduto - scrive il Brenner al suo padrone - dovere respingere una iniziativa che potrebbe forse, nelle intenzioni del governo sardo, aver valore d'un primo tentativo per condurre un accordo col gabinetto imperiale. Il Pallavicini, pare, fu poi redarguito dal suo governo per avere oltrepassato i termini del mandato. Tutto quel maneggio a ogni modo ha sembianza di congiura pił assai che non di franca e leale comunicazione governativa. E se si raffronti colla dichiarazione, non provocata, del Ficquelmont a lord Palmerston "che se l'Austria riescisse a respingere i Piemontesi sul loro territorio.... noi possiamo porgere anticipatamente all'Inghilterra che noi non seguiremmo al di lą delle nostre provincie il successo ottenuto(231))" - cresce il sospetto nell'animo. Certezza siffatta data innanzi tratto a un fiacco nemico poteva riescire - e riescģ forse - fatale.
      D'allora in poi,le richieste di buoni uffici e i progetti di pace e le comunicazioni austriache al gabinetto inglese spesseggiavano nei Documenti.
      Un primo progetto, steso da chi non si nomina nella collezione - e credo sia Colloredo - fu discusso l'11 maggio nel consiglio dei ministri in Vienna e mandato il 12 da Ponsonby a Palmerston.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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