L'autonomia degli Stati attuali è un errore storico. Gli Stati non sorsero per vitalità propria e spontanei, ma per arbitrio di signoria straniera e domestica. La confederazione fra Stati siffatti spegnerebbe ogni potenza di missione italiana in Europa, educherebbe gli animi a funeste rivalità, conforterebbe ambizioni; e tra queste e le influenze inevitabili di governi stranieri diversi si cancellerebbe presto o tardi la concordia e la libertà.
L'Italia vuole essere nazione di liberi ed eguali: nazione di fratelli associati a malleveria di progresso comune. Santo è per essa il pensiero: santo il lavoro: santa la proprietà che il lavoro crea: santo e misurato dai doveri compiuti il diritto al libero sviluppo dalle facoltà e delle forze, del senno e del core.
Il problema italiano, come quello dell'umanità, è problema d'educazione morale. L'Italia vuole che tutti i suoi figli diventino progressivamente migliori. Essa venera la virtù e il genio, non la ricchezza, o la forza: vuole educatori e non padroni: il culto del vero, non della menzogna o del caso. Essa crede in Dio e nel popolo: non nel papa e nei re.
E perchè popolo sia, è necessario che conquisti, coll'azione e col sagrificio, coscienza de' suoi doveri e de' suoi diritti. La indipendenza, cioè la distruzione degli ostacoli interni ed esterni che s'attraversano all'ordinamento della vita nazionale, deve dunque raggiungersi, non solamente pel popolo, ma dal popolo. Battaglia di tutti, vittoria per tutti.
L'insurrezione è la battaglia per conquistare la rivoluzione, cioè la nazione.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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