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      Siate tali e non temete d'ostacoli. Ma cacciate i trafficatori di consulte o di portafogli dal tempio. Respingete inesorabili i Machiavellucci d'anticamera, i diplomatici in aspettativa che s'insinuano nelle vostre file a susurrarvi progetti di corti amiche, di principi emancipatori; che possono essi darvi oggimai se non illusioni ridicole e fomite a smembrare l'unità del partito nazionale e germi di corruttela? Essi tennero or son due anni tutte le forze e l'anima della nazione fra le loro mani, un re che i milioni salutavano conquistatore d'indipendenza, un papa che i milioni veneravano iniziatore di libertà - e v'hanno dato l'armistizio di Salasco e la disfatta di Novara: rovina e vergogna: oggi, fantocci nelle mani d'altri cortigiani, d'altri diplomatici più avveduti, per lunga pratica d'inganni e tristizie, che non son essi, non possono nemmeno rievocar quei fantasmi, e son ridotti a librarsi fra un duca di Modena e il principe che firmò la pace coll'Austria. E s'avvicina tale un conflitto fra i due principî in Europa, che farà di principini, cospiratori segreti monarchici e concettucci di fusioni pigmee, quello che l'uragano fa delle margheritine del prato.
      La guerra regia ha dato un grave insegnamento ai Lombardi, e imposto un obbligo severo al Piemonte.
      I Lombardi sanno ora che il segreto dell'emancipazione è per essi un problema di direzione. Se essi non avessero, per cieca devozione a un'apparenza di forza, messo i traditori nel proprio campo - s'essi avessero fidato più nell'Italia che non nel re di Piemonte - se avessero conferito il mandato di guerra, anzichè a una congrega di cortigiani, ad uomini come quelli che avean diretto l'insurrezione - vincevano.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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