L'insurrezione diventi per poco la vita normale, il palpito, il respiro d'ogni patriota. I tiepidi siano puniti d'infamia, i traditori di morte.
Come fu grande in pace, sorga la repubblica terribile in guerra. Impari l'Europa che vogliamo e possiamo vivere. Dio e il Popolo benedicano l'armi nostre.
3 maggio 1849.
XII.
ROMANI!
Disordini rari ma gravi, cominciamenti di devastazione, atti offensivi alla proprietà, minacciano la calma maestosa, colla quale Roma ha santificato la sua vittoria. Per l'onore di Roma, pel trionfo del santo principio che noi difendiamo, bisogna che questi disordini cessino.
Ogni cosa dev'essere grande in Roma: l'energia del combattimento, e il contegno del popolo dopo la vittoria.
Le armi degli uomini che vivono, ricordevoli dei padri, fra queste eterne memorie, non possono appuntarsi a petti inermi o proteggere atti arbitrarî. Il riposo di Roma dev'essere come quello del leone: riposo solenne com'è terribile il suo ruggito.
Romani! I vostri Triumviri hanno preso solenne impegno di mostrare all'Europa che voi siete migliori di quei che vi assalgono: - che ogni accusa scagliatavi contro è calunnia: - che il principio repubblicano ha qui spento quei semi d'anarchia fomentati dal governo passato, e che il ripristinamento del passato potrebbe solo rieducare: - che voi siete non solamente prodi, ma buoni: - che forza e legge sono tra voi l'anima della repubblica.
A questi patti i vostri Triumviri rimarranno orgogliosi alla vostra testa; a questi patti combatteranno, occorrendo, tra le barricate cittadine con voi.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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