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      Taluni paventavano che tra noi s'insinuasse in esso uno spirito di retrogressione. Or bene, sotto il rugghio della tempesta, iniziato già l'intervento, mentre le apparenze accennavano a una vita di giorni per la repubblica, esciva dai municipî l'adesione più spontanea, più unanime alla forma scelta. Agli indirizzi dei Circoli e dei Comandi della guardia nazionale s'unirono nella prima metà di questo mese i municipî tutti, da due o tre infuori. Io ebbi l'onore di trasmettervene la lista, o signore.
      Essi dichiararono devozione esplicita alla repubblica e convincimento che i due poteri sono incompatibili in un solo individuo. È questo, concedetemi di ripeterlo, un fatto decisivo; una seconda prova legale confermante la prima e fondamento irrecusabile al nostro diritto.
      Quando le due questioni - repubblica e abolizione della potestà temporale - furono poste all'Assemblea, alcuni fra i membri, più timidi dei loro colleghi, stimarono che l'inaugurazione della forma repubblicana fosse prematura e di fronte agli ordini attuali d'Europa pericolosa: non un solo votò contro il decadimento del papa re, destra e sinistra si confusero in un solo pensiero.
      A popolo siffatto oserebbe un governo libero comandare, senza delitto e contradizione, il ritorno al passato? Quel ritorno, pensateci bene, signore, equivarrebbe a un ripristinamento dell'antico disordine, delle società segrete consacrate alla lotta, dell'anarchia nel core d'Italia, della vendetta innestata in un popolo che oggi non chiede se non d'obliare.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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