Credemmo nella immediata riconciliazione, in un solo principio proclamato da voi e da noi, tra due popoli, ai quali tendenze naturalmente amichevoli, ricordi, interessi comuni e condizione politica comandano stima e amore. Pensammo che, scelto a verificare la condizione delle cose e colpito dall'accordo assoluto che annoda in un solo pensiero quasi tutti gli elementi del nostro Stato, voi avreste coi vostri ragguagli distrutto il solo ostacolo possibile ai nostri voti, il solo dubbio che potesse ancora indugiare la Francia nel compimento del nobile pensiero espresso dalla decisione della vostra Assemblea.
Concordia, pace interna, determinazione ponderata, entusiasmo, generosità di condotta, voto spontaneo e formale dei municipî, della guardia nazionale, delle truppe, del popolo, del governo e dell'Assemblea sovrana in favore del sistema d'instituzioni esistente, tutto questo v'è riuscito evidente; voi lo diceste, non ne dubitiamo, alla Francia; e speravamo quindi a buon dritto che, parlando in nome della Francia, voi avreste con noi proferite parole diverse da quelle che formano il vostro progetto.
L'Assemblea ha notato il modo col quale la parola repubblica romana è studiosamente evitata nel primo vostro articolo; e ha indovinato in quel silenzio una intenzione sfavorevole ad essa.
Parve all'Assemblea che, dalla maggiore importanza in fuori data dal vostro nome e dalla vostra autorità al progetto, non fosse quasi in esso più che non in alcuni atti del generale prima della giornata del 30 aprile.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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