Il nostro territorio fu invaso dalle truppe del re di Napoli; e quattromila soldati spagnuoli salparono, probabilmente il 17, per assalire le nostre coste. Gli Austriaci, superata la resistenza eroica di Bologna, inoltrarono nella Romagna e minacciano Ancona. Noi abbiamo respinto dal nostro territorio le forze del re di Napoli. Faremmo lo stesso - è fede nostra - delle forze austriache, se il contegno delle forze francesi non c'impedisse d'agire.
Noi parliamo dolenti. Ma è necessario che la Francia sappia finalmente le vere conseguenze della spedizione di Civitavecchia, ideata, se stiamo a ciò che s'afferma, a proteggerci.
Noi diciamo, signore, che fra tutti gli interventi promossi a danno nostro, l'intervento francese è quello che ci riescì più fatale. Possiamo batterci contro i soldati del re di Napoli e contro gli Austriaci: vorremmo non batterci contro i Francesi. Noi siamo a riguardo loro in condizioni non di guerra, ma di semplice difesa. Sarà tale il nostro contegno ovunque ci troveremo innanzi la Francia. Ma quel contegno, non giova dissimularlo, ha per noi tutti i danni d'una guerra senza alcuno de' suoi vantaggi possibili.
La spedizione francese ha reso indispensabile per noi un concentramento di forze che lasciò la nostra frontiera aperta all'invasione austriaca, e disarmate Bologna e le città della Romagna. Gli Austriaci ne profittarono. Dopo otto giorni di lotta sostenuta eroicamente dalla popolazione, fu forza a Bologna di cedere.
Avevamo comprato in Francia armi per nostra difesa; queste armi, 10 000 fucili almeno, furono sequestrate fra Civitavecchia e Marsiglia: esse sono in mano vostra.
| |
Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
|
|
Napoli Austriaci Bologna Romagna Ancona Napoli Francia Civitavecchia Napoli Austriaci Francesi Francia Bologna Romagna Austriaci Bologna Francia Civitavecchia Marsiglia
|