Su quel punto, signore, credetelo a noi, la sua volontà è irrevocabile. Non soggiacerà se non dopo aver seminato de' suoi cadaveri le barricate. Vogliono, possono i soldati di Francia trucidare un popolo di fratelli che affermano voler proteggere, perch'esso rifiuta di cedere all'armi loro la sua capitale?
La Francia non ha, negli Stati romani, che tre parti da scegliere:
Dichiararsi per noi, contro noi o neutrale.
Dichiararsi per noi significa riconoscere formalmente la nostra repubblica e combattere a fianco nostro, colle nostre truppe, gli Austriaci.
Dichiararsi contro noi, cioè schiacciare senza cagione la libertà, la vita nazionale d'un popolo d'amici e combattere a fianco degli Austriaci.
La Francia non può far questo. Essa non vuole avventurarsi a una guerra europea per difenderci come alleata. Rimanga dunque neutrale nella lotta che noi sosterremo. Noi avevamo, poco tempo addietro, ben altre speranze; oggi non le domandiamo che questo.
L'occupazione di Civitavecchia è fatto compiuto; sia. La Francia crede che, nella condizione di cose presenti, non le conviene di tenersi lontana dal campo della battaglia, e pensa che, vincitori o vinti, noi possiamo aver bisogno della sua protezione o della sua azione moderatrice. Noi nol crediamo, ma non intendiamo di ribellarci per questo contr'essa. Serbi dunque Civitavecchia. Estenda, se il numero delle sue truppe lo esiga, i proprî accantonamenti ai luoghi salubri che stanno sul raggio da Civitavecchia a Viterbo. E aspetti immobile l'esito finale della nostra guerra.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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