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      Dopo ciò, che importa a noi, vogliate dirmelo, signore, il dispaccio del 26 maggio citato la prima volta nella lettera del signor de Corcelles? Che importano al governo romano i dispacci citati dal generale Oudinot? Noi non vedemmo mai quei dispacci; ci è ignoto ciò che contengono; nessuna comunicazione officiale c'informò della loro esistenza. Da un lato abbiamo le informazioni del generale Oudinot; dall'altro quelle del ministro plenipotenziario; le une contradicono le altre. Esca la Francia da viluppo siffatto e salvi l'onore se può. Posta fra un ministro plenipotenziario e il generale d'una divisione d'esercito, la nostra Assemblea ha stimato di conformarsi alla tradizione dei fatti stabiliti dal plenipotenziario. Io consento in ciò ch'essa fece e vi ricordo, signore, che oggi soltanto, decimo giorno dell'assedio, la presenza del signor de Corcelles nel campo, con attribuzioni di ministro straordinario, ci è fatta indirettamente nota.
      Meditate, signore, le date delle note ufficiali, paragonatele colla data dell'occupazione di Monte Mario o d'altre operazioni dell'esercito francese; poi diteci se, esaminando freddamente la questione diplomatica, l'Europa non dovrà dire: "Il governo francese non ha voluto se non deludere il governo romano. Il generale Oudinot s'è giovato della buona fede degli uomini che lo compongono per restringere il cerchio dell'assedio, per occupare posizioni favorevoli, per agevolarsi la possibilità d'impossessarsi della città. O il dispaccio del 26 non esiste o non fu comunicato in tempo al signor Lesseps.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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