Roma è libera in oggi d'ogni straniero, d'ogni fazioso. Gli uni son morti sotto le palle delle vostre carabine di Vincennes, sul campo: gli altri errano nell'esilio. Gli onesti sono riconfortati, riordinati: essi sanno che tutti i gabinetti, anche il gabinetto repubblicano di Francia, sono pronti a operare in loro difesa, e il popolo sa quanti pericoli importi nell'avvenire l'espressione del suo intimo voto. Osate or dunque, rifate la prova. Date al popolo il suo libero voto. Ritraetevi: fate che l'armi dei vostri alleati, compita in provincia la missione assegnatavi nella capitale, si ritraggano anch'esse; e chiamate per mezzo d'un governo provvisorio, i cittadini a dichiarare l'animo intorno al potere temporale del papa e alle instituzioni che devono reggere la nazione. Noi lontani, profughi per opera vostra, accettiamo l'esperimento. Accettatelo voi pure - o, anche una volta, rassegnatevi al marchio dei mentitori."
V.
Voi nol farete; non potete farlo: voi sapete che dall'esperimento escirebbe oggi ancora la vostra condanna, e la rovina de' vostri disegni. Tendenti a rovesciare la repubblica in Francia e vogliosi d'educare i vostri soldati a far fuoco sulla sua bandiera, voi non potete sottomettervi al rischio di vederla, per voto di popolo, rialzata fra noi. Deboli sino alla viltà nella vostra diplomazia e nondimeno trafitti di vergogna per la parte che recitate in Europa e inquieti sull'opinione dei vostri concittadini, voi credeste conciliare paura, intento e apparenza di forza, cacciandovi, a far prova di azione, sopra una piccola nascente repubblica, ed oggi v'illudete a credere che alcuni ordini del giorno datati da Roma accarezzino l'orgoglio e le tendenze guerresche del vostro popolo.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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