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      La repubblica, proclamata per libero e universale suffragio dai cittadini, riconfermata di mezzo ai pericoli dell'invasione da pressochè tutti i municipî, si mantenne senza terrore di giudizî o di proscrizioni, tollerante e leale al di dentro come prode e leale coi nemici che l'assalirono dal di fuori: le proscrizioni non cominciarono se non col trionfo dell'armi francesi. All'Assemblea francese, al popolo di Roma furono fatte dal governo di Francia, dai suoi inviati, dai capi dell'esercito, solenni promesse; e furono tutte tradite. La condizione di Roma in oggi è pretta tirannide. Son fatti questi innegabilmente provati dalle dichiarazioni del signor Lesseps, dagli atti officiali della repubblica, da mille testimonianze onorevoli italiane e straniere, dalle confessioni strappate di bocca a' nostri stessi nemici - e conquistati d'ora innanzi alla storia.
      Io lascio dunque senza commento al giudizio di chi vorrà leggerlo il discorso del signor Thuriot de la Rosière, e la lunga serie d'affermazioni sfrontate colle quali intende a provare che in Roma, clero, capitalisti, proprietarî di mobili ed immobili, artisti, stranieri, diplomatici, guardia civica, truppe di linea, tutti insomma erano schiavi ed avversi al Triumvirato: chi dunque, dal 30 aprile al 2 luglio, difese Roma? Ei sa di storia contemporanea come d'antica e non merita ch'altri spenda parole a combatterlo. E lascio le menzogne gittate qua e là nel lungo intralciatissimo discorso del signor Odillon Barrot sulla parte adempiuta dai Francesi in Roma - la protettrice clemenza estesa dal governo di Francia ai nemici, anzi, come afferma il signor Thuriot, a me stesso che scrivo - il vanto, a fronte di Cernuschi, d'Achilli, dei preti che diedero le loro cure ai feriti, dell'esule napoletano Caputo, del dottor Ripari e d'altri infiniti, d'avere posto divieto a qualunque imprigionamento - le ampliazioni già ottenute dal ministero all'amnistia pontificia, quando forse due giorni prima ch'ei pronunziasse il discorso erano cacciati dal territorio romano anche i cinque che nell'Assemblea votarono contro il decadimento, anche gli uomini i quali, come il Calderari dei carabinieri, erano nella milizia più invisi al popolo perchè sospetti di congiure retrograde - e siffatte.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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