Son questi i nemici di Roma repubblicana. Ah! ben è vero: la libertà, come disse un dei loro, non suscita più nel core degli uomini in Francia quel culto di sagrificio serenamente incontrato, quel santo giovanile entusiasmo puro di sdegni e vendette, nudrito di fiducia e speranza, che fremeva anni sono sotto l'alito dell'amore. Ma chi n'è in colpa? Non i rari fatti consumati dalle insurrezioni su taluno fra gli oppressori, che noi deploriamo, ma che voi, veneratori di Carlotta Corday, non avete diritto d'anatemizzare: a quei fatti noi possiamo contrapporre carnificine regie recenti, e centinaja di vittime scannate ad arbitrio. Non qualche assurdo esclusivo sistema di sovversione violenta, mormorato da qualche individuo e rifiutato universalmente da noi, che si sperderebbe nel soddisfacimento dei veri bisogni del popolo. Se quel culto si contamina talora di meschine passioni - se quell'entusiasmo sembra infiacchirsi nello sconforto - spetta a voi tutti la colpa. Mallevadori delle tristi conseguenze che possono escire da condizioni siffatte son gli uomini, che, da ormai vent'anni, hanno fatto scuola della delusione; son gli uomini che, amati un giorno per apostolato di libere dottrine dai giovani, li hanno freddamente traditi; son gli uomini che avean detto al popolo: la libertà è il diritto d'ogni creatura umana al proprio sviluppo, il mezzo di miglioramento progressivo alle moltitudini, e dicono oggi cogli atti loro: la libertà è l'aristocrazia dell'egoismo potente sostituita a quella del sangue: la libertà è il monopolio e il privilegio dei forti capitali: la libertà è la via schiusa agli uffici e al dominio per un piccolo numero d'ingegni scettici e raggiratori.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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