Noi tutti combattiamo per conquistare al mondo un'autorità; noi tutti invochiamo il termine d'un periodo di crisi nel quale dei due criterî di verità, coscienza dell'umanità e coscienza dell'individuo, che la provvidenza ci ha dati, ci rimane solo il secondo. Chiediamo un patto, una fede comune, un interprete alla legge di Dio. Ma perchè questo patto sia religioso ed abbia mallevadrici dell'osservanza l'anime nostre, è necessario che la nostra coscienza lo accetti liberamente: perchè quest'autorità possa dirigere la nostra vita, è necesario che essa abbia fede in sè, che il mondo abbia fede in essa, che essa sia verbo d'unità, di progresso continuo, di scoprimento incessante del vero(250)). E diciamo che non uno di questi essenziali caratteri fa sacro in oggi e fecondo il papato. Il grido di libertà che s'inalza in mezzo ai popoli è grido d'emancipazione da un'autorità incadaverita, inciampo alla nuova. Ogni grande rivoluzione è segno di morte a un potere esaurito, e iniziativa d'un altro che intenda la vita e ne consacri tutte le manifestazioni a progresso coordinato e pacifico.
Perchè nessuno, nell'assemblea di Francia, pose in questi termini la questione al signor Montalembert? Perchè non una voce si levò a gridargli: "Voi poggiate sul vuoto; voi discutete intorno a ciò ch'era e non è. Il papato, signore, è morto; morto nel sangue: morto nel fango: morto per aver tradito la propria missione di protezione del debole contro il potente che opprime: morto per avere da oltre a tre secoli e mezzo fornicato coi principi: morto per avere crocefisso una seconda volta Gesù, in nome dell'egoismo, davanti all'aule di tutti governi tristi, scettici o ipocriti: morto per aver proferito una parola di fede senza credere in essa: morto per aver negato la libertà umana e la dignità dell'anime nostre immortali: morto per aver condannato la scienza in Galileo, la filosofia in Giordano Bruno,l'aspirazione religiosa in Giovanni Huss e Girolamo di Praga, la vita politica coll'anatema al diritto dei popoli; la vita civile col gesuitismo, coi terrori dell'inquisizione, coll'esempio della corruttela; la vita della famiglia colla confessione fatta spionaggio e colla divisione seminata spesso tra padre e figlio, fratello e fratello, consorte e marito: morto pei principî del trattato di Vestfalia: morto pei popoli, dal 1378, con Gregorio XI, e col cominciar dello scisma: morto per l'Italia dal 1530, quando Clemente VII e Carlo V, il Papato e l'Impero, segnarono un patto nefando e trafissero la morente libertà italiana in Firenze, come oggi i vostri tentarono trafiggere la libertà nascente d'Italia in Roma: morto perchè il popolo è sorto; perchè Pio IX fugge; perchè le moltitudini gli maledicono; perchè gli uomini che in nome di Voltaire fecero guerra al prete per quindici anni, lo difendono in oggi coll'ipocrisia; perchè voi, signore, ed i vostri, lo difendete coll'intolleranza e colle armi, e dichiarate che il papato non può vivere allato della libertà! Voi chiedete a Vittore Hugo, d'additarvi una idea che abbia ottenuto un culto di diciotto secoli?
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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