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      Voi avete, signore, sacrificato quei soldati di Francia, falsato le vostre promesse, tradito l'obbligo che v'imponeva la Costituzione, assalito chi non v'offendeva, rovesciato un governo pacifico, messo la bandiera francese allato di quella dell'Austria e dell'oppressore di Napoli, ucciso il fiore dei nostri giovani ufficiali colle vostre palle coniche, dato per bersaglio ai vostri cacciatori d'Africa le camiciuole rosse ch'essi, i nostri, avevano valorosamente indossato quasi a dirvi: eccoci, e condannato migliaja di famiglie alla miseria, alla persecuzione, al lamento su' spenti e sugli esuli, per rovesciare - son parole del vostro Messaggio - quella irrequieta demagogia che in tutta la penisola italiana AVEVA posta a pericolo la causa della vera libertà. Aveva! La causa della vera libertà è dunque salva oggi in Italia. Le vostre armi rovesciarono il solo ostacolo che l'attraversava. E lasciando da banda il dominio austriaco, dimenticando Napoli e la Sicilia, le leggi organiche pubblicate o da pubblicarsi dal papa costituiscono la libertà vera. La repubblica è per voi dunque sinonimo di demagogia. E la storia dei tempi registrerà che un'Assemblea repubblicana udiva con approvazione quelle vostre parole. Ma io non debbo discuter con voi di repubblica o monarchia. Il buon senso ha insegnato e insegnerà più sempre alla mia nazione che libertà non può esistere per essa se non fondata sulla repubblica e che il grido di Roma ha in sè l'avvenire italiano. Pur noi non imponemmo repubblica; l'avemmo, lieti e plaudenti, dal popolo, da una Assemblea Costituente.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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