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      Questa, signore, è la libertà vera di Roma, frutto delle vostre armi e documentata dal Giornale Officiale del governo per voi restaurato. Cancellate, in nome della Francia, la linea del Messaggio che chiama l'invasione fatto glorioso e arrossite pel nome che il caso v'ha dato. Il nipote di Napoleone può esser tiranno, ma don dovrebb'esserlo bassamente. Uccidete, finchè l'altrui fiacchezza ve lo consente; ma non sollevate il lenzuolo dei morti colle vostre mani a farvene manto di gloria.
      Gloria! I pochi vostri adulatori possono, a mercare i guadagni del favore d'un giorno, susurrarvi quella parola all'orecchio: ma essa v'è contesa per sempre. Da quando i popoli si sono ridesti, gloria e virtù sono sinonimi.
     
      Principe Luigi Napoleone! un nome in oggi è piccola cosa. L'onda collettiva delle moltitudini spinte a nuovi fati da Dio sommerge, salendo, nomi e individui. E nondimeno, voi, giunto per meriti non vostri al potere quando ancora l'onda non ha raggiunto il vertice della piramide e i popoli cacciano, prima d'abbandonarlo per sempre, un guardo di riverenza tradizionale al passato, la storia poneva innanzi una bianca pagina, e voi potevate riempirla. Capo d'una forte e grande nazione, erede d'un nome, ultimo potente in Europa, e ammaestrato dalla sciagura, voi dovevate leggere nelle parole che vostro zio proferiva morente in Sant'Elena, nel grido recente di Parigi e negli insegnamenti dell'esilio, la vostra missione. Voi potevate, compiendola, confondere tra i posteri più remoti su quel nome che v'era trasmesso l'aureola delle cento battaglie e la luce pura confortatrice della libertà: Napoleone e Washington.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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