L'Austria sa il perchè scendeste in campo con essa, e non si giova, sprezzando, di voi che per logorare ogni influenza morale francese in Italia e togliere un alleato alla vostra illusa nazione.
I proprietarî, i detentori della ricchezza di Francia, imparano rapidamente le vere idee degli uomini che studiano i segni della inevitabile trasformazione sociale e cercano le vie per le quali possa pacificamente compirsi. Essi s'avvedranno che in questi uomini, oggi ancora fraintesi, è riposta mallevadorìa più potente che non quella delle vostre leggi repressive e seminatrici di guerra implacabile contro gli agitatori violenti e i sofisti sovvertitori d'ogni ordine.
Gli uomini della pace v'abbandoneranno come abbandonarono Luigi Filippo, appena un nucleo d'arditi scenderà nelle vie delle città francesi a provare che non v'è pace senza giustizia.
Per tutti questi elementi voi non siete che una transizione ad altro. Essi vi hanno conosciuto debole, e nessuno lega a quelli del debole i proprî fati.
E la Francia, la Francia-popolo, la vera Francia, che noi amiamo e non confondiamo, signore, con voi e coi vostri, la Francia che geme e freme sotto un obbrobrio non meritato, sentirà un dì o l'altro, ma di certo entro un breve cerchio di tempo, il rimprovero che pesa sulla sua fronte, e d'un de' suoi moti di lione lo scoterà via da sè. La Francia intenderà che la noncuranza colla quale essa concede ai governi che la dirigono di cancellare o falsare il principio europeo pel quale essa ha sparso sudori e sangue, non è una stanchezza momentanea dell'oggi, ma dura da lunghi anni e accumula sulla sua bandiera diffidenze e reazioni ormai gravi; che vigilano nell'Europa dei popoli, contro l'amore ch'essa inspirava, la rovina della libertà spagnuola nel 1823, le promesse fallite all'Italia nel 1831, l'isolamento colpevole del 1848, l'abbandono della Polonia, l'indifferenza davanti all'invasione russa nell'Ungheria, lo scredito che sparge per ogni dove sull'idea repubblicana la repubblica-menzogna immedesimata con essa, e il delitto di Roma; che la sua potenza d'iniziativa perisce; che a farla rivivere è urgente ridestarsi; e si desterà.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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