Se i vostri oppressori vi hanno disarmato, create l'armi a combatterli: vi siano istrumenti di guerra i ferri delle vostre croci, i chiodi delle vostre officine, i ciottoli delle vostre vie, i pugnali che la lima puņ darvi. Conquistate colle insidie, colle sorprese, l'armi colle quali lo straniero vi toglie onore, sostanze, libertą, diritto e vita. Dalla daga dei Vespri, al sasso di Balilla, al coltello di Palafox, benedetta sia nelle vostre mani ogni cosa che puņ distruggere il nemico ed emanciparvi." - Quel linguaggio č il mio, e dovrebbe essere il vostro. L'arme che uccise Marinovich, nel vostro arsenale, iniziņ l'insurrezione della quale accettaste la direzione in Venezia; e fu arme di guerra non regolare, come quella che trafisse in Roma, tre mesi prima della Repubblica, il ministro Rossi.
      Ma se per teorica del pugnale intendete il linguaggio di chi dicesse ai nostri concittadini: "Perite, non iniziando l'insurrezione, ma pel solo intento di ferire, e perchč non volete, non potete insorgere: ferite nell'ombra: ferite isolatamente individui, la vita o la morte dei quali non č nč salute nč ostacolo alla Patria; sostituite la vendetta, che disonora, alla congiura che emancipa: fatevi tribunale, prima di essere cittadini, prima di poter concedere alla vittima pentimento o discolpe:" - Chi tenne questo linguaggio(255))? chi stese in Italia l'atroce teorica? Č debito vostro il dirlo o ritrattare l'accusa.
      Quel linguaggio fu susurrato segretamente una sola volta, nel 1849, da qualche tristo, a pochi traviati in Ancona: e noi, repubblicani, rispondemmo ponendo Ancona in istato d'assedio, e reprimendo con vigore, mentre appunto le fazioni fremevano pił che mai concitate intorno a noi per l'invasione francese, quei fatti insensatamente feroci.