Era questa, parmi, la parte vostra. Gridare ad uomini che agonizzano ingiustamente sotto il coltello del boja: "non usate il coltello che vi vien tra le mani" è tutt'uno col gridare a chi muore in una atmosfera appestata: corra regolare il sangue nelle vostre vene; guarite: è lo stesso errore che quello dei valentuomini i quali aspettano per iniziare l'instituzione repubblicana, che i nati e educati sotto il dispotismo monarchico, abbiano virtù di repubblicani.
La teorica del pugnale non ha mai esistito in Italia; il fatto del pugnale sparirà quando l'Italia avrà vita propria, diritti riconosciuti e giustizia.
Oggi io non approvo, deploro, ma non mi dà il core di maledire. Quando un uomo, Vandoni, accerchia d'artificî in Milano il suo vecchio amico, per far ch'egli accetti da lui un biglietto dell'Imprestito Nazionale, poi corre a denunciarlo alla polizia dello straniero - se un popolano si leva il dì dopo e trafigge il Giuda a mezzo il giorno sulla pubblica via - io non mi sento coraggio di gettar la pietra a quel popolano, che s'assume di rappresentare la giustizia sociale aborrita alla tirannide.
Io aborro anche da una sola goccia di sangue, quando non richiesta imperiosamente pel trionfo e per la consecrazione d'un santo principio. Credo colpa la pena di morte applicata dalla Società che può difendersi, e vagheggio, primo decreto della repubblica trionfante l'abolizione del patibolo. Gemo sulle vendette individuali, anche se contro gl'iniqui, anche se manchi, ove si compiono, ogni rappresentanza di giustizia legale.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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