Tutta la politica degli uomini del gabinetto sardo poggia sulla speranza di conquistarsi la simpatia e, occorrendo, l'appoggio dei gabinetti inglese e francese; può il gabinetto sardo provocarsi contro l'ira dei due alleati, i quali, col linguaggio officiale e segreto, gl'intimano una politica di resistenza, e non altro? Ogni idea di mutamenti territoriali fu solennemente, unanimemente respinta, nelle Conferenze di Parigi: il diritto italiano vivente, fremente nei Lombardo-Veneti, non ottenne dai plenipotenziarî sardi neanche una sommessa, indiretta allusione: riconoscendo la legalità dello statu-quo, essi s'accontentano d'accennare a una teorica possibile di non intervento, che vietasse all'Austria d'allargarsi oltre agli attuali confini(258)); e pretendereste che re Vittorio Emanuele scendesse un giorno subitamente in campo, varcasse spontaneo il Ticino e la Magra, intimasse ai re delle varie parti d'Italia di scendere; intimasse, affrontando scomuniche e l'armi dell'Impero alleato, al Papa di rassegnare la potestà temporale, e, fatto incitatore d'insurrezione, sovvertitore dell'equilibrio territoriale e del diritto comune governativo europeo, cacciasse il guanto a tutta quanta la lega dei re? Voi, re, nol fareste. Io, re, scenderei dal trono, mi rifarei cittadino, e il dì dopo, libero d'ogni vincolo coll'Europa monarchica, griderei a soldati e a cittadini: seguitemi all'impresa. Sperate l'una o l'altra decisione da re Vittorio Emanuele?
Voi dunque, ai quali par fede che una nazione non possa farsi e vivere senza re, non potete avere il re che chiedete, se non aprendogli la via con una insurrezione di popolo.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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