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      Volete un'insurrezione nazionale che ci conquisti colla forza delle armi la PATRIA comune, o volete riforme locali, che ci diano una dose omeopatica di libertą, concessioni che ci addormentino, amnistie che ci disonorino? Quando chiedete al Popolo agitazione, intendete agitazione di petizioni, dimostrazioni pacifiche, come quelle che precedettero nel 1848 le cinque giornate, e che oggi sarebbero accolte dalla mitraglia, o le sommosse parziali, che annunziano e talora affrettano l'insurrezione? Quando dite che la rivoluzione č forse vicina, accennate a un levarsi di moltitudini o ad una mossa spontanea del monarca unificatore? Quando scongiurate che Roma non mova, insegnate codardia all'insurrezione o fidate in arcani disegni dell'uomo del 2 dicembre?
      A voi, ai vostri, incombe rispondere; e nol farete. Nol farete, atteggiandovi a sprezzatori di richieste che chiamerete imprudenti, a diplomatici che non possono, senza grave danno, rivelare il loro segreto. Ma il vero č che non potete rispondere. Voi non avete segreto; non avete programma; non avete principio che vi guidi. Voi non vivete di vita italiana, ma d'inspirazioni straniere. Voi cercate l'Italia, non nelle aspirazioni e nella potenza, provata pochi anni addietro, delle sue moltitudini, ma nei suggerimenti, nelle instigazioni di gabinetti, che ci hanno sempre traditi. Io ne conosco gli agenti, e potrei nominarli.
      I governi europei tremano dell'Italia. Questa povera Italia, Cristo delle nazioni pei patimenti, ha pure fidata a sč dalla Provvidenza la parola della grande universale risurrezione; e lo sanno.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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