L'Italia è matura per sorgere e vincere, più assai che non era nel 1848, quando eravamo incerti del popolo, oggi deliberatamente nostro in tutte provincie, in tutte città. Non bisogna consecrarsi a lavori già fatti. Non bisogna smarrir tempo e cure in vasti preordinati disegni, scoperti, traditi sempre, prima di tradursi in fatti: bisogna chiamare gli audaci all'azione aperta, coll'azione aperta:
Spirar fiducia negli irresoluti, provando ad essi col fatto, che sorgere, trascinarsi dietro le moltitudini e vincere, è cosa possibile; provare, come il filosofo antico, la possibilità del moto, movendo:
Diffondere per ogni dove il fermento, l'aspettazione, l'ansia del segnale; e concentrare il lavoro pratico, definito, sopra un punto dato d'onde abbia a sorgere quel segnale, è questo il segreto della vittoria per noi.
Ogni provincia, ogni città importante d'Italia può essere quel punto; ogni provincia, ogni città d'Italia deve lavorare ed essere quel punto. Ogni terra d'Italia ha in deposito il Diritto e il Dovere della Nazione; ogni terra d'Italia può assumersi l'iniziativa del moto, e formare l'antiguardo del grande esercito nazionale.
La prima che sorge deve sorgere in nome di tutte: tutte devono senza indugio seguirne il segnale:
Fuori gli stranieri; giù le tirannidi quali esse siano: la Nazione è una e sovrana; in essa sola vive eterno, incancellabile, il diritto di prescriver forma ai proprî destini: chi non accetta programma siffatto non appartiene al Partito Nazionale; è uomo di setta o di fazione; chi lo accetta, lo dica, lo diffonda a un nucleo d'uomini intorno a sè, raccolga sollecito danaro e materiale da guerra quanto più può, e comunichi direttamente, o attraverso il nucleo che gli è vicino, col centro della sua provincia o città.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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