Traspariva dalla espressione del volto, dai moti rapidi, non risentiti, dal gesto nè avventato nè incerto, dall'insieme della persona, l'indole franca, leale, secura. Il sorriso frequente, singolarmente sereno, tradiva una onesta coscienza di sè e l'animo consapevole di una fede da non violarsi nè in vita nè in morte.
Era la FEDE ITALIANA: la fede nella Patria avvenire, nell'Unità repubblicana d'Italia e nel Popolo per fondarla.
Fede, io dico, e non opinione: l'opinione nazionale è oggi universale in Italia: la fede rara tuttavia, fuorchè tra i popolani delle nostre città, nei quali riposano le migliori speranze d'Italia. L'opinione commossa dalle ingiustizie e dalle pazze ferocie che tuttodì si commettono dai nostri padroni in Italia, dal desiderio di sicurezza personale e di più largo sviluppo all'industria e ai guadagni, dalle condizioni migliori in che versano le nazioni più libere, crede che una Italia dovrebbe essere; la fede - convinta che noi tutti siam posti quaggiù per compiere quando che sia un intento comune; che l'associazione di tutte le nostre facoltà e forze per raggiungerlo è nostro dovere; che il dito di Dio ha segnato nei caratteri geografici, nelle lingue, nelle tradizioni delle diverse terre, la distinzione dei gruppi nei quali deve partirsi l'associazione universale - sa che una Italia sarà. L'opinione, vagante nella sfera del pensiero e presta a salutare e seguir l'azione da dove che venga, non sente il bisogno d'iniziarla e, rifuggendo dai pericoli che l'accompagnano, fa velo all'intelletto e trasforma volentieri le difficoltà in impossibilità: la fede anela alla azione, martirio o vittoria: sa che bisogna educare il Popolo a fare, e fare con esso.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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