La Francia accettò. Il 24 aprile fummo assaliti dalle armi francesi codardamente e sotto colore di proteggerci contro l'invasione austriaca, in Civitavecchia. La subita occupazione di Civitavecchia ci tolse 4000 fucili, che avevamo comprato a denaro dal Governo di Francia, un battaglione di bersaglieri, ingannato prima, poi disarmato, e tra sei mila soldati lombardi che s'apprestavano a ricongiungersi sotto le nostre aquile, e ai quali il naviglio francese vietava il mare. Nondimeno l'onore della Nazione, la necessità di provare con fatti che il Paese, fatto segno di sozze calunnie da tutta la diplomazia straniera, voleva davvero ed unanime le libere instituzioni proclamate in febbrajo, l'immensa forza che una splendida difesa in Roma doveva procacciare alla futura Unità Nazionale, comandavano resistenza ad ogni costo; e decidevamo resistere. Pisacane fu scelto a capo dello stato maggiore; nessuno de' suoi colleghi certo mi smentirà, s'io qui dico che, condannati pur troppo a pentirci di parecchie scelte suggerite da circostanze insuperabili o dalla poca conoscenza degli elementi individuali coi quali ci trovavamo per la prima volta a contatto, sceglieremmo oggi di nuovo l'aulico, s'ei vivesse, a quello o a più alto incarico, senza timore d'illuderci.
Per me egli non era solamente il capo dello stato maggiore, esecutore rapido e diligente delle intenzioni del generale in capo e delle nostre; era l'ufficiale nato per la guerra d'insurrezione, dotato di quella potenza d'iniziativa che trova la vittoria dove il nemico, fidando nella scienza tradizionale, non prevede l'assalto, ed al quale io potevo affacciare i più arditi consigli, securo ch'ei non li avrebbe respinti unicamente perchè in apparenza contrarî alle così dette regole dell'arte bellica.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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