Nel 1851, pochi giorni prima del colpo di stato(279)), voi diceste all'esercito: "Non dimanderò altro da voi che i miei diritti riconosciuti dalla costituzione".
E il 2 dicembre stesso, pendente ancora il risultato finale del disegno di usurpazione, proclamaste che: "Era vostro dovere il proteggere la repubblica"(280)).
Indi sopravvennero la improvvisa violazione di ogni promessa giurata, l'ambiziosa volontà di un solo sostituita alla volontà legalmente espressa della nazione, il feroce appello alla forza brutale, gli ordini inesorabili a Saint-Arnaud; l'Assemblea parte dispersa, parte imprigionata, i generali arrestati; la Francia cosacca avventata contro la Francia repubblicana; Parigi data in preda ad una soldatesca compra, briaca, incitata, feroce; il fuoco di linea nei Boulevards contro una popolazione inerme, inoffensiva, il macello regolarmente praticato a mettere terrore negli animi dei futuri elettori; donne e fanciulli massacrati nelle loro case, fucilati i prigionieri, 2652 vittime(281)): 88 rappresentanti del popolo proscritti, 100 000 uomini posti in prigione, deportati, confinati, senza pur mostra di giudizio: infine il trionfo, e il simulacro della elezione.
E sopra un tale sistema di menzogne, sopra edificio sì fatto di fango e di sangue, speraste inalzare una dinastia! Credeste che la idolatria transitoria, prestata al successo da tutti i poteri che or sono, potesse prevalere contro il marchio di Caino, che Dio e la eterna giustizia vi stampavano in fronte!
V'ha tal cosa, o signore, che sta sopra al successo: Dio; - tale che è più forte del fatto: il Diritto; - tale che è più alto e più durevole d'ogni idolatria: il Tempo.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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