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      Voi potete, imposturando terrori che non sentite, affratellandovi la destra della vostra Camera colla guerra alla nostra stampa, affratellandovi la tiepida incerta sinistra con lo spauracchio d'un Ministero deliberatamente retrogrado, carpir voti di fiducia e concessioni codarde; ma non potete togliere a noi gli affetti della crescente generazione, a me la coscienza di ottener fede quando io dico: spegnere una vita - di contadino o di re poco monta - in virtù di teoriche d'espiazione, di vendetta o gastigo, è delitto: spegnere il tiranno, se dalla sua morte dipenda l'emancipazione di un popolo, la salute dei milioni, è fatto di guerra, e - se l'uccisore è puro d'altro pensiero e pone la vita in ricambio - virtù. Qualunque diversa opinione mi si apponga, è calunnia.
     
     
     
      IV.
     
      Ho detto che salutereste liberatore ed eroe l'uomo dal cui pugnale escisse, come dal dardo di Tell, l'insurrezione trionfante d'un popolo. E dico che salutereste glorioso fra tutti i popoli quel popolo che, sprovveduto d'altre armi, trovasse modo d'emanciparsi dall'oppressore straniero con soli pugnali. I vostri poeti inneggiarono in ogni tempo ai pugnali che liberarono col VESPRO la Sicilia dagli invasori Francesi. I vostri scrittori politici, Balbo fra gli altri, proposero venti volte all'Italia l'esempio della Guerra d'Indipendenza spagnuola; e fu, come la intimava il grido energico di Palafox, guerra a coltello. Tra voi e me non corre differenza se non quest'una: ch'io dico: santa è ogni guerra contro lo straniero, e onoro chi la tenta s'anche soccombe; voi dite: santa è ogni guerra che vince, e insultate ai caduti.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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