Fra i Governi costituzionali e i dispotici, tra l'Inghilterra e l'Impero, voi scegliete di stringervi alla tirannide dell'Impero, e vi stringete ad essa quando appunto essa accenna a rovina.
Non so se gli uomini ai quali alludo si avvedano che l'alleanza col Bonaparte vale inevitabilmente da parte vostra: accettazione dell'assassinio di Roma: - negazione d'ogni unità o unificazione italiana: - negazione di libertà per qualunque parte d'Italia rovesciasse, sotto i vostri auspicî, il suo governo: - patto nefando di promovere la dedizione del sud a un prefetto dell'Impero, Murat, purchè il Bonaparte cooperi a che i dominî del re vostro s'impinguino dei Ducati; dico dei Ducati e non d'altro, perchè le segrete millanterie sul Lombardo-Veneto non sono per voi che artificio di chi chiede il più per ottenere il meno più agevolmente. Nessuno può ragionevolmente supporre che il Bonaparte, senza altro sostegno oggimai che i pretoriani e il clero cattolico, getti disfida mortale a quest'ultimo, assalendo il papato: nessuno, ch'ei possa mai offendere irreconciliabilmente l'orgoglio francese, lasciando che un suo prefetto conceda a Napoli libertà contese alla Francia: nessuno ch'ei, più corrivo di Lamartine, v'ajuti a fondare nel nord dell'Italia un vasto e potente Regno, minaccioso il dì dopo pei dominî ch'egli avrebbe impiantato nel sud. Gli uomini che hanno votato con voi contro la offesa dignità del paese, contro l'indipendenza dei giurati e della stampa, non per sola paura, ma per conquistare alla causa italiana gli ajuti del Bonaparte, hanno tradito, ad un'ora, Italia, logica e senno elementare politico.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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