Ed è la vostra. La politica d'altalena, tradizionale nella casa Savoja, ha trovato in voi l'ottimo degl'interpreti. Ma la dubbia, tentennante, immorale politica dei vostri principi si librava nel passato tra Francia ed Austria, tra Governi e Governi; poteva quindi, giovandosi or dell'uno or dell'altro, carpire ad alleanze o disfatte una frazione di territorio ad arrotondarne i regî dominî; voi siete collocato in oggi tra Governi destinati a cadere e un popolo chiamato a sorgere e farsi Nazione. Il giorno fatale vi troverà senza alleati, e travolgerà nell'onda popolare la vostra politica e la dinastia.
VIII.
Non so se i vostri s'illudano, ma voi di certo non v'illudete. L'Italia, checchè avvenga, non può farsi Piemonte. Il centro dell'organismo nazionale non può trasferirsi all'estremità. Il core d'Italia è in Roma, non in Torino. Un monarca piemontese non conquisterà Napoli mai: Napoli si darà alla Nazione, non mai a un principe d'altra provincia italiana. Il principio regio non può rovesciare il papato, e aggiungere ai proprî i dominî del papa. Un ministro di re non potrà mai lacerare i trattati, rompere i vincoli che lo legano all'equilibrio attuale d'Europa, e invadere il terreno tenuto a conquista dall'Austria. Voi, uomini della monarchia, non potete iniziare la lotta, non potete fare l'Italia. Il popolo solo lo può. E chi non vede, o non confessa il vero che io scrivo, è stolto, o cerca, ingannando i creduli, pretesti alla propria inerzia. Io dunque non vi accuso perchè non vi cacciate a imprese impossibili; non v'accuso perchè non liberate coll'armi il paese.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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