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      Era vostra missione d'italianizzare il Piemonte e prepararlo a confondersi nella patria comune, della quale esso avrebbe potuto essere la prima provincia, come il re vostro avrebbe potuto esserne il primo cittadino. Voi, guardando al Piemonte come a Stato destinato a vivere di vita propria, lo avete educato a rinegare la madre comune; a considerare una libertą, figlia del moto nazionale del 1848, siccome conquista propria, a mutare i diritti di libera azione, che dovevano essergli arma ad emancipare i venti milioni di fratelli schiavi, in egoismo che calcola se il tentativo a pro dei fratelli non possa per avventura fruttargli la perdita d'un godimento. Avete inaugurato la politica dell'esempio, come se, a chi vive in ricchezza splendida, non incombesse debito alcuno verso il congiunto che geme nella miseria, fuorchč l'insegnargli il perchč della sua condizione diversa. Prima di voi, si cospirava per l'unitą d'Italia, in Piemonte, nell'esercito e nelle classi cittadinesche; una tradizione di martiri per la Nazione, da GARELLI e LANERI a TOLA e GAVOTTI, da SANTA ROSA a RUFFINI, s'inanellava colla lunga tradizione sulla quale poggia la FEDE ITALIANA: oggi, si condannano tra voi alla galera uomini che, come Savi, promovono colla penna la causa dell'unitą, e si caccia raminga da Genova la vedova di PISACANE, senza che un deputato alla vostra Camera levi una voce di generosa protesta.
      Era vostra missione promovere l'educazione morale d'un popolo che s'affaccia, ingenuo, incauto, corrivo, benedetto oltre ogni altro d'istinti buoni, ma facile a traviarsi, alla vita nuova.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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