E perchč l'Europa potesse fraintendervi avido, pił che d'onore, di preda, accettaste - offesa mortale all'Italia ed a Voi - che la Lombardia vi fosse trasmessa come feudo di seconda mano dal Signore straniero. Sire, un privato a' tempi nostri non soffrirebbe l'oltraggio. Io non so di qual tempra s'informino l'anime dei re; ma so che s'io fossi Voi non potrei dormire una notte, senza che l'imagine della povera, santa, eroica, tradita Venezia, mi apparisse, rimprovero tremendo, fra i sonni; nč potrei scorrere, il giorno, coll'occhio le file de' miei e vedervi i volontarī di Perugia e di Roma, senza che il rossore mi salisse su per le guancie.
Dell'accettazione condizionale, data al voto delle provincie del Centro, non parlo: č tristissima conseguenza del primo fatto. Voi non siete pił vostro. Fatto, a Villafranca, vassallo della Francia imperiale, v'č forza chiedere, per le vostre risposte all'Italia, inspirazioni a Parigi.
Sire, Sire! In nome dell'onore, in nome dell'orgoglio Italiano, rompete l'esoso patto! Non temete che la Storia dica di Voi: - ei fece traffico del credulo entusiasmo degli Italiani per impinguare i proprī dominī? -
Sire! io nol credo. Io vi credo - e lo scrissi anni addietro, quando i vostri mi condannavano a morte, per aver tentato di promovere con armi liguri il tentativo d'un prode amico nel Sud - migliore dei vostri ministri e dei faccendieri politici che vi circondano. Credo che viva in Voi una scintilla d'amore e d'orgoglio Italiano. Ma s'č vero - se ciņ ch'io sentii, leggendo alcune vostre recenti, semplici, spontanee parole di risposta a non so quale adulatrice deputazione, non č illusione di chi desidera - non avete energia che basti per vivere di vita vostra?
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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