Ora voi durate anch'oggi nella colpa dei padri; e immemori dei trecento anni di guerra fraterna che inaffiarono il vostro terreno di sangue, immemori dei trecento anni di muto e codardo servaggio che li seguirono, immemori degli insegnamenti che vi diedero, da quel primo Potente in poi, i vostri Grandi di mente e i martiri che patirono per infondervi la coscienza della vostra forza, aspettate la Patria, in sembianza di mendicanti, dal beneplacito dello straniero. Però Dio vi contende la Patria, e vi condanna a trascinarvi di sogno in sogno, di delusione in delusione, poveri Israeliti delle Nazioni, finchè, rinsaviti, non sentiate la forza ch'è in voi, e non diciate, colla fronte levata al cielo e colle destre impalmate sulle sepolture di quei che morirono per insegnarvi a combattere e vincere: col nostro sangue, coll'armi nostre, o Signore: ecco, noi incrocicchiamo, fratelli e pentiti, in nome del Dovere e del Diritto Italiano, le spade, perchè tu benedica dall'alto le sante nostre battaglie.
IV.
Come sasso che, precipitato dall'alto, rotoli a valle, raccoglie scendendo ogni mota e sozzura che incontra sulla sua via e giunge al fondo doppio di lurida mole, così la colpa inespiata dei padri, trasmessa in voi di generazione in generazione, si è ingigantita di corruttela e s'è fatta delitto mortale.
Però che i vostri padri non avevano, quando chiamavano gli stranieri, coscienza di Patria comune: ma li chiamavano a sostenere cupidigie di dominazioni e disegni torbidi di tirannide sui vicini.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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