Allora, quasi sommossa dall'eco di quella grande parola, la terra sobbollì d'un immenso fermento. E come due Mari che si contendessero il dominio dell'abisso, una metà del genere umano si rovesciò sull'altra metà.
E dall'estremo settentrione, dall'oriente, da tutti i punti, come sospinte da non so quale tempesta divina, tribù d'uomini strane e fino allora ignote apparvero ad una ad una, sospingendosi, accavallandosi a guisa d'onde gigantesche l'una sull'altra, avviate da un'arcana potenza alla volta della Città dai sette Colli, nella quale l'idea di Patria s'era incarnata da secoli.
E là s'urtavano, si mescevano, si confondevano, struggendo e struggendosi. Era come un rotearsi d'elementi diversi per entro un caos infinito; e gli uomini, impauriti, credevano imminente la fine del Mondo, ma era invece la nascita d'un nuovo Mondo, che s'elaborava in grembo a quel caos.
E dopo cento anni e più di quel rimescolamento di genti senza nome e senza missione visibile, come un tempo la piena dell'acqua che ricopriva il globo si concentrava, retrocedendo, in laghi, fiumi ed oceani, si videro emergere dal turbinio delle moltitudini i Popoli, collocati a seconda delle loro tendenze e del disegno di Dio dentro a certi confini. E gli uni si chiamavano Ispani e gli altri Britanni ed altri Franchi, altri, Germani, altri Polacchi, Moscoviti o con altri nomi.
E sulla fronte a ciascuno splendeva un segno di missione speciale: un segno che sulla fronte al Britanno diceva: Industria e Colonie; sulla fronte al Polacco: Iniziazione Slava; sulla fronte al Moscovita: Incivilimento dell'Asia; sulla fronte al Germano: Pensiero; sulla fronte al Franco: Azione; e così di Popolo in Popolo.
| |
Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
|
|
Mari Città Colli Patria Mondo Mondo Popoli Dio Ispani Britanni Franchi Germani Polacchi Moscoviti Britanno Industria Colonie Polacco Iniziazione Slava Moscovita Incivilimento Asia Germano Pensiero Franco Azione Popolo Popolo
|