Or come mai potete sperare di conquistarvi la Patria, se chiamate altri a compiere quella Missione, ad eseguir quel Dovere?
La Patria è quella linea del disegno di Dio che Egli commise a voi perchè la svolgiate e la traduciate in fatti visibili. Come dunque potete meritare la Patria, invocando altri a svolgere quella parte di disegno per voi?
La Patria è la vostra vita collettiva, la vita che annoda in una tradizione di tendenze e d'affetti conformi tutte le generazioni che sorsero, oprarono e passarono sul vostro suolo: - la vita che si solleva in orgoglio nell'anima vostra davanti a un sasso staccato dal Campidoglio o alla pietra di Portoria in Genova, con maggiore impeto che non davanti alle piramidi Egizie o alla Colonna Vendôme in Parigi: - la vita che, quando errate su terre poste al di là dell'Oceano, v'annuvola l'occhio di lagrime se v'abbattete subitamente in una lapide sulla quale sia scritto un nome italiano.
Come mai potete illudervi a credere che la rivelazione di questa vita possa compirsi per opera d'uomini, nei quali è muta la voce di quella tradizione e di quei ricordi, e ai quali s'agita in seno il segreto d'un'altra Patria?
E la Patria è, prima d'ogni altra cosa, la coscienza della Patria.
Però che il terreno sul quale movono i vostri passi, e i confini che la Natura pose fra la vostra e le terre altrui, e la dolce favella che vi suona per entro, non sono che la forma visibile della Patria; ma se l'anima della Patria non palpita in quel santuario della vostra vita che ha nome Coscienza, quella forma rimane simile a cadavere, senza moto ed alito di creazione, e voi siete turba senza nome, non Nazione; gente, non Popolo.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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