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      E in nome di quel Vero oggi io grido:
     
     
     
      XXIV.
     
      Giovani d'Italia, sorgete!
      Sorgete sui monti! Sorgete sul piano! Sorgete in ciascuna delle vostre città! Sorgete tutti e per ogni dove! Non vedete che il sorgere subito o universale è vittoria certa, senza i sacrificî della vittoria?
      Sorgete tutti e per tutti! Non siete voi tutti figli d'una stessa Italia, in cerca d'una stessa Patria?
      Non dite, voi che avete terreno libero ed armi: perchè non sorgono come noi gli uomini delle altre provincie? In verità, quella è parola di Caino, e se voi poteste proferirla, meritereste di perdere la libertà conquistata, e la perdereste.
      Non v'è che una Italia, e, su quella, non provincie, ma zone di operazione e un esercito Italiano composto di quanti si concentrano in armi intorno alla bandiera della Nazione. Voi siete quell'esercito e dovete muovere senza riposo, ingrossando per via, alla conquista di quelle zone.
      Non dite, voi che gemete tuttora nella servitù: perchè non vengono a scacciare i nostri tiranni gli uomini delle terre già libere? Se voi sorgeste, verrebbero, e scacciereste, uniti, più rapidamente i vostri padroni.
      Figli delle terre affrancate, non troverà la Patria fra voi un Cesare della libertà che valichi il Rubicone? Figli delle terre schiave, non troverà la Patria fra voi un solo Procida che osi chiamare gli oppressi ai Vespri sugli oppressori?
      Sorgete, oh sorgete! Sorgete oggi: domani avrete più gravi ostacoli. Perchè, se nei loro Conciliaboli i Principi potranno dire: là vi è quiete, sanciranno coi loro patti la durata di quella quiete, e voi avrete nemici tutti, mentr'oggi è in vostro potere dividerli.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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