Morte pria che servire!
Tradisce la Patria chi tarda. Gittate, o giovani d'Italia, l'anatema a chi vi parla d'indugio, e sorgete. A che ammirate l'impeto sublime di Francia nel 1792 e i quattordici eserciti spinti alla sua frontiera? La Francia non contava allora più milioni d'uomini che non son oggi i milioni d'Italia. A che dir grandi i combattenti della Grecia risorta? Non potete esser grandi com'essi? I Greci erano un milione contro un nemico dieci volte più forte; ma s'armarono tutti, giurarono di sotterrarsi sotto le ruine delle loro città, anzichè piegare innanzi alla Mezza-luna, mantennero a Missolungi il loro giuramento, e vinsero. Fate com'essi: vincerete com'essi.
Su, sorgete! Non piegate alle lodi che vi vengono, per gl'indugi accettati, da quelli ai quali giova che voi indugiate: in verità io vi dico che quei lodatori sogghignano nel loro segreto, e vi scherniscono creduli e puerilmente arrendevoli. I cinque mesi d'inerzia durata dovrebbero pesarvi sulla fronte come cinque anni di vergogna non meritata. L'insurrezione d'Italia è iniziata: diffondetela, allargatene la base, afforzatela, per quanto vi è caro. Le insurrezioni che s'arrestano muojono. A voi bisogna andar oltre, o perire.
Sorgete, sorgete! Non corre sangue d'Italia nelle vostre vene? Fra la minaccia del nemico e i cenni del Brenno alleato, non sentite ribollirvi nel core vita e orgoglio di liberi? È terra nostra questa o d'altrui? Feudo o proprietà di cittadini padroni di sè? A che l'armi, su non le adoperate?
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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