Non lo vogliamo, nč lo possiamo. La nostra č fede; possiamo tacerla per un tempo, rinunziare ad ogni tentativo d'attuarla; non rinnegarla e dirla falsa per l'avvenire.
Nč ribelli, nč apostati; in queste parole si compendia la nostra condizione dell'oggi. Non possiamo andare d'una linea pił in lą. Essere cittadini non significa per noi cessare d'esser uomini.
Cittadini onesti e leali accettiamo, purchč guidi all'Unitą della Patria, la monarchia dal consenso dei pił: non tentiamo di sostituire alla sua bandiera la bandiera repubblicana. Che volete di pił? Abolire la coscienza? Siate allora inquisitori e tiranni: non vi fregiate del santo nome di libertą.
La libertą esige la coscienza della libertą. Volete servi, non liberi alleati all'impresa? Raccoglierete una menzogna di libertą e nuova servitł poco dopo. Preferireste averci cortigiani, ipocriti e gesuitanti, all'averci cooperatori leali e salvo il pudore dell'anima, salva la dignitą d'uomini in noi? Qual pegno avreste del nostro non tradirvi domani?
Movendo all'emancipazione delle Marche e dell'Umbria - emancipazione che voi dichiaravate inopportuna e pericolosa cinque giorni prima di compierla colle armi vostre - noi inalzavano la bandiera dei tre colori d'Italia, senza lo stemma Sabaudo. Con qual diritto avremmo noi, pochi iniziatori e semplici cittadini, detto alle popolazioni alle quali imprendevamo di portar libertą: noi vi ajutiamo a patto di padroneggiarvi? Non dovevamo aspettare che la volontą dei nostri fratelli, come altrove, si dichiarasse?
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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Unitą Patria Marche Umbria Italia Sabaudo
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