Nel Bergamasco, sui gioghi del Tonale e dello Stelvio, ai passi che guidano al nostro Trentino, occupato anch'oggi dagli Austriaci, scintillano addensate bajonette di bersaglieri, dei bersaglieri che pugnarono e vinsero - al grido di Viva Italia! - le battaglie destinate ad affrancare la Patria dall'Alpi all'Adriatico. Perchè questi moti? Hanno quei che imperano sull'Italia sorgente sentito finalmente il debito loro? Ha la guerra eroica che si combatte contro la prima potenza militare d'Europa da giovani, in campo senza base, senza unità di disegno, senz'ordini e quasi senz'armi, insegnato agli uomini della Monarchia ciò che può chi vuole davvero, e additato ad essi, schiusa senza gravi pericoli di disfatta, la via dell'onore e della salute d'Italia? Hanno quelli uomini che ci susurrano da tre anni all'orecchio: aspettate sei mesi e vedrete - scossi dal grido di quei combattenti, taluni dei quali versarono sangue per la nostra libertà a fianco dei nostri bersaglieri, e che suscitano oggi un entusiasmo promettitore in tutte le frazioni del Partito Nazionale d'Italia - indovinato che il momento è sorto; che, afferrandolo spontanei, possono forse ancora, riaffratellare le moltitudini a una instituzione cadente, che la guerra all'Austria, la guerra pei nostri fratelli Veneti, la guerra per le nostre Alpi, è oggi facile, opportuna, invocata, e collocherebbe d'un balzo l'Italia a capo della guerra delle Nazionalità conculcate? Dite, oh ditemi, saremo redenti? Cancelleremo con battaglie nostre tre anni di meschine incertezze e di concessioni alla Dea Paura?
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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