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      Un'altra sorge in sua vece. Il Popolo ripiglia, emancipato, la propria via verso il fine.
      È questa una pagina di storia ripetuta sovente negli ultimi due terzi di secolo in Francia, in Germania, nel Belgio, in Grecia, nella Spagna.
      A quale linea della pagina siamo oggi in Italia?
     
      Aprile, 1863.
     
      GIUSEPPE MAZZINI.
     
     
     
     
      I MONARCHICI E NOI
     
      La guerra vigliacca e sleale, combattuta dagli uomini di parte monarchica contro gli uomini di fede repubblicana, ci conforterebbe sulla via, se guardassimo soltanto a noi e al trionfo della nostra bandiera. Un Partito che spende metà della sua polemica a dichiararmi morto per sempre e senz'ombra d'influenza in Italia, e l'altra a provare ch'io minaccio di porre l'Italia a soqquadro, e chiamare il Governo a vegliare e reprimere energicamente: - che, a farci avversi i soldati italiani, ci accusa di chiamarli sgherri, e manda a un tempo circolari segrete per impedire disegni nostri di seduzione sull'esercito; - che consacra periodicamente dieci colonne delle sue gazzette a dimostrare che noi aggiriamo Garibaldi e ne inspiriamo le mosse, e dieci a dichiarare che Garibaldi non è con noi, che noi ne usurpiamo il nome, ch'ei non divide alcuna delle nostre aspirazioni - si condanna deliberatamente ad essere ridicolo. Un Partito - partito governativo, e quindi potente d'influenza, di pubblicità, di prestigio su quanti adorano il fatto - che non trova contro noi individui, pochi, dicono, e di certo con pochi mezzi d'apostolato e d'azione, altr'arme che la calunnia; - che ripete a ogni tanto, contro ogni evidenza storica, che i repubblicani vogliono sangue e rapina; - che non discute, ma insulta; - che non cita mai ciò che si scrive da noi, ma insiste a confutare fatti e detti, provati non nostri; - che ammette falsarî nelle sue file; conia in Torino una circolare, v'appone il mio nome, la manda, perchè s'inserisca, a una gazzetta austriaca, tradisce stolidamente, per gioja insana della propria colpa, il segreto, annunziandola prima dell'inserzione, e la commenta oltraggiosamente, quasi fosse documento storico, il giorno dopo - è partito indegno del nome, e condannato a perire.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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