Noi vi rimproveriamo gli impotenti metodi di terrore spiegati nel Mezzodì dell'Italia; condanniamo le fucilazioni lasciate ad arbitrio di militari, cacciati a un tratto in paesi ove ignorano uomini e cose e devono commettere inevitabili errori, non le inventiamo: voi avventate, insistenti, contro noi l'accusa di sanguinarî, quando sapete che, da un unico vecchio e severamente biasimato esempio francese infuori, voi non potete citare un solo atto di feroce arbitrio, commesso da quei che reggono le repubbliche Svizzere, o ressero le brevi repubbliche di Roma e Venezia. Voi accusate sistematicamente le nostre intenzioni; noi registriamo fatti continui di guerra all'Associazione e alla Stampa, stati d'assedio, imprigionamenti di deputati, rifiuto di cittadinanza agl'italiani romani e veneti, paci disonorevoli, alleanza servile con chi occupa a forza quella che voi proclamaste a parole vostra Metropoli; Nizza, Savoja, Aspromonte. Stringete in una tutte le nostre polemiche: esse sommano a dirvi, che voi non adorate un principio, ma servite a una precaria opportunità: che, per documenti firmati da voi, voi non foste nè siete gli uomini dell'Unità Nazionale, ma sapete talora giovarvi, fin dove non si frappone il divieto straniero, dell'opera di quei che son tali: che non avete nè avrete mai virtù iniziatrice: che non siete pianta indigena in Italia, ma innesto: che non amate il Popolo e ne temete, e siete quindi e sarete trascinati fatalmente ad avversarne la Libertà: che non avete nè tradizione, nè vita vera nell'oggi.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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