La facoltà d'associazione è, politicamente, illimitata: il diritto delle pubbliche adunanze, protetto: l'espressione del pensiero, santa, inviolabile. Uno scrittore pubblicò per due anni una Rivista mensile, intitolata: Repubblica, senza che potesse sognarsi un sequestro. Altri perorano contro l'instituzione monarchica, contro l'ordinamento attuale della proprietà, contro il cristianesimo, con un uomo di polizia alla porta, incaricato di tutelare, occorrendo, a pro dell'oratore, l'ordine nella sala.
Un ministro, Lord Palmerston, propone, per compiacere a Luigi Napoleone, alcune modificazioni al diritto di libertà illimitata, che gli stranieri, gli esuli politici, possiedono in Inghilterra: 50 000 uomini si raccolgono a convegno pubblico in Hyde-Park, per protestare contro le intenzioni ministeriali: il ministro ritira il dì dopo la proposta, e torna alla vita privata. Un altro ministro, Lord John Russell, rimproverato di trascurare le riforme elettorali credute necessarie, rimprovera alla sua volta di freddezza il Paese: perchè non agitate? ei dice; perchè non provocate adunanze pubbliche, che esprimano la volontà del Paese? La Monarchia non ha vigore d'iniziativa; ma segue, desidera, invoca l'iniziativa popolare. E per questo vive rispettata dal Paese, e sicura: ciò che da noi si chiama rivoluzione è ignoto in Inghilterra; ignoti sono i consorzî segreti, ignoti i tumulti di piazza: la piazza, quando è unanime, ha dominio legale. Gli avversarî politici discutono pacifici e rispettosi; nessuno sogna d'accusare il più accanito nemico del Governo d'essere alleato segretamente con una o altra cospirazione straniera, o con fazioni avverse all'Unità del Paese: nessuno conia circolari a suo danno.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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