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      I sequestri, gl'impedimenti(301)) alle riunioni, le diffamazioni da trivio, possono darvi vittorie d'un giorno, vittorie di Pirro, ma confermano nella mente degli assennati ciò ch'io vi dico a ogni tanto: che siete e vi sentite deboli. Provateci che la monarchia compie da lungo in Italia una missione storica unificatrice: provateci che fu per secoli iniziatrice di progresso al Paese: provateci che i grandi periodi della nostra vita e della nostra potenza non furono di Popolo, ma ebbero moto e nome da Principi: provateci che la Monarchia non s'insinuò in Italia sotto il patronato straniero, ma vi crebbe spontanea per grandi servigi resi, per entusiasmo di popolo riconoscente; provateci che non aprì mai gli sbocchi dell'Alpi agli invasori stranieri, che non militò alternativamente per Francia, Austria o Spagna sui campi d'Italia; provateci che la Lega Lombarda, la difesa di Firenze, l'insurrezione di Masaniello, i Vespri di Sicilia, la cacciata degli Austriaci da Genova, le giornate di Milano, di Palermo, di Bologna, di Brescia, le nobili resistenze di Venezia e Roma, furono capitanate da Principi; provateci che la cessione di Milano e la pace di Villafranca non portano la firma d'un re. Avrete rivendicato all'instituzione il potente sostegno d'una tradizione; avrete rovesciato la metà dei nostri argomenti e distrutto la metà della nostra forza. Ponete il vostro nome e date virtù di decreto all'utopia, che Giorgio Pallavicino ripete con gloriosa insistenza al deserto da ormai tre anni: armate il Paese: date 400 000 soldati all'esercito e 50 000 volontari a Garibaldi; affidate, porgendo loro ajuti d'armi, danaro e autorità, a commissioni locali composte d'uomini noti per energia e devozione all'Unità Nazionale, la distruzione dei masnadieri meridionali: date prova di fiducia al Popolo chiamandolo al voto: provocate colle adunanze pubbliche, una espressione generale di volontà nel Paese: riconfermate il Diritto Italiano, dichiarando cittadini eguali e liberi quanti nascono e nacquero tra l'Alpi e il Mare: ripartite ai Comuni, perchè li vendano o li affidino ad associazioni industriali e agricole, i beni del clero; protestate prima solennemente, a Popoli e Governi d'Europa, contro l'occupazione francese in Roma; poi intimate; se per altra via non riuscite, lo sgombro: chiamate il Veneto a insorgere, e appoggiatene l'insurrezione colle armi.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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