Taluni spendono l'obolo che dovrebbe esser sacro alla liberazione del suolo Italiano inalzando monumenti a Martiri i quali, se mai potessero favellar dalla fossa, respingerebbero quelle testimonianze e direbbero: emancipate prima dallo straniero la Patria per la quale morimmo. Centinaja, migliaja d'uomini giovani versano danaro in celebrazioni d'anniversarî gloriosi o pellegrinaggi al soggiorno di Garibaldi, dimentichi che, se sta bene celebrare le antiche glorie, meglio è l'imitarle; e che Garibaldi li amerebbe più assai se serbassero quel danaro all'impresa patria, scrivendogli: verremo a vedervi quando sarem fatti degni di voi. Che! Non avremmo noi mezzi sufficienti al bisogno, non trascineremmo noi Paese e Governo, non vinceremmo, forti di numero come siamo, la prova, se commossi davvero e tormentati dal pensiero che ventidue milioni d'uomini non possono senza infamia tollerare lo straniero in casa, e ricordevoli che nel massimo concentramento di forze sotto un'unica direzione e sopra un dato punto sta il segreto della vittoria, consacrassimo tutti, per mezz'anno, attività e sacrifizio al porro unum, Venezia - se per mezz'anno ciascuno s'assumesse di rappresentare nella propria sfera un grado d'apostolato, una cifra di mezzi - se il pensiero di Venezia soffocasse per un tempo ogni altro pensiero - se ogni scrittore ripetesse in cima ai suoi scritti per l'Austria la parola di Catone sopra Cartagine - se ogni adunanza a qualunque scopo raccolta s'iniziasse e si conchiudesse col grido di guerra all'Austria - se ogni madre patriota mormorasse
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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