Fu il fascino esercitato dalla bandiera? Lo diranno gl'Italiani della generazione che sorge. Io so che se, invece d'una città, l'Italia d'oggi, l'Italia dei ventidue milioni, avesse le sue forze concentrate in mano d'uomini che avessero quella fede nel Popolo, quel sistema economico, quel metodo di Governo, quella ferma, irrevocabile volontà di seguire quel programma, avvenga che può, e quella bandiera, le forze, nonchè dell'Austria, di tutta Europa non basterebbero a vietarle Venezia e Roma. Il contrasto fra quei giorni e le vergognose condizioni presenti m'addolora l'anima, m'avvelena i giorni cadenti e spiega a te, amico, il silenzio per lungo tempo serbato.
Ama il tuo
GIUSEPPE MAZZINI.
A FRANCESCO CRISPI(304))
Il 17 novembre, Voi, parlando alla Camera sulla Convenzione tra Luigi Bonaparte e il Governo d'Italia, dichiaravate che Vittorio Emanuele non può rovesciare il trono del Papa - che la Convenzione monarchica rinunzia a Roma - ch'essa è quindi violazione aperta dei Plebisciti, dai quali si poneva, condizione dell'annettersi alla Monarchia di Savoja, l'Unità della Patria. Voi compivate in quel giorno un dovere di cittadino.
Ma il 18, irritato dall'accusa d'illogico - scagliatavi machiavellicamente contro da chi violava, votando per la clausola ch'è suggello alla Convenzione, ben altro che logica - Voi dichiaraste che la vostra bandiera era: Italia Una e Vittorio Emanuele; e v'aggiungeste che chi solleva un'altra bandiera non vuole l'Unità dell'Italia.
Se a Voi giova, sul cader della vita, rinunziare a una bandiera per acclamare ad un'altra, io non mi assumerò, per molte ragioni, di riconvertirvi.
| |
Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
|
|
Italiani Italia Italia Popolo Governo Austria Europa Venezia Roma Camera Convenzione Luigi Bonaparte Governo Italia Vittorio Emanuele Papa Convenzione Roma Plebisciti Monarchia Savoja Unità Patria Convenzione Italia Una Vittorio Emanuele Unità Italia
|