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      A chi le chiede Roma: com'io vorrò e coll'assenso del Papa. Strozzati dall'antecedente, e senza virtù che basti per chiedere perdono a Dio e all'Italia dell'equivoco adottato quattro anni addietro, voi, pari a quei miseri che gridavano, morendo per mano del carnefice regio: viva il re, gridate, pur protestando: Unità - che v'è tolta - e Vittorio Emanuele - che vi dice: protestate, purchè serviate; e servite. Se non che quei miseri credevano, e la loro era sublime follia: chi non crede è sublime d'ipocrisia o di paura.
      Or voi potete a vostra posta combattere il piemontesismo. Il piemontesismo che è, non cosa d'individui o di terra, ma sistema e metodo essenzialmente monarchico, ha data da quella deviazione e durerà - sia Torino o Firenze l'alloggio - finchè, esaurite le conseguenze dell'iniziativa del 1859, una nuova iniziativa di Popolo non ricollochi sul vero terreno il problema e non ribattezzi il Paese alla coscienza del proprio Diritto.
      L'Unità è suprema su tutte forme, monarchiche o repubblicane. Le forme sono buone, in quanto armonizzano col fine e gli giovano; tristi e da rompersi, nel caso contrario. Sovranità e vita sono nell'Italia che vuole esser Nazione; gli individui - re, presidenti o consoli poco monta - non sono che ministri scelti di quel concetto; fedeli al mandato, sono servi lodati dalla Nazione; traditori o dimentichi, meritano pena e che altri sottentri. L'Unità d'Italia è cosa di Dio; parte del disegno provvidenziale che vuole il Progresso dell'umanità, per mezzo di ciò che noi chiamiamo Nazionalità, ed è la divisione del lavoro tra i Popoli: è scritta nella nostra configurazione geografica, nelle tendenze manifestate dalla Storia nostra, nella lingua che noi tutti scriviamo, nell'indole e nelle attitudini di quanti abitano la nostra terra: fu il Verbo dei più potenti fra i nostri intelletti, l'aspirazione visibile, da Roma in poi, del nostro Popolo nelle sue grandi e spontanee manifestazioni; la fede di centinaja, di migliaja di martiri, taluni monarchici, repubblicani i più. Ciascuno di noi la presentiva, per iniziativa regia o insurrezione di Popolo, presto o tardi inevitabile; ciascuno di noi sa che, per qualunque via, a seconda degli intelletti diversi, avremo Venezia e Roma.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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