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      Fatelo a ogni patto, con ogni mezzo, e rovesciando ogni ostacolo che s'attraversi. E se tra gli ostacoli incontrate la Monarchia, in nome di Dio e dell'Italia, non v'arretrate davanti al fantasma, e sorgete a Repubblica.
      A Voi tocca di rivelarci, e senza indugio soverchio, una Monarchia che faccia suoi i voti, i bisogni, l'onore del Paese - che invece di rimandare a casa i soldati, li cacci sul Veneto - che non aspetti la conversione del Papa per darci Roma - che fidi nel Popolo, e lo chiami a parlare e ad agire - che non desuma le sue inspirazioni da Parigi - che rispetti la libertà delle Associazioni, delle adunanze, della Stampa, degli individui - che scelga i suoi ministri fra i migliori della parte più progressiva - che chiami i delegati di tutto il Paese a promulgare un Patto Nazionale. E la seguiremo noi tutti, lasciando al tempo di maturare all'Italia ordini egualmente buoni e più filosofici. Ma se nol potete, parlate più prudente o tacete. Altri potrà ammirare sublime la vostra costanza intorno a una illusione fondata sopra un equivoco. Io richiamerò alla vostra mente la vecchia sentenza, che dal sublime al ridicolo non corre se non un passo.
      E parmi che Voi e i miei ex amici v'affrettiate a varcarlo.
     
      Dicembre 1864.
     
      GIUSEPPE MAZZINI.
     
     
     
     
      MAZZINI E VITTORIO EMANUELEA PROPOSITO DI UNA FRASE DI FRANCESCO CRISPI(305))
     
      AL DIRETTORE DEL "DOVERE."
     
      In una lettera del deputato Crispi, inserita nel Diritto del 6 giugno, trovo le parole: "Mazzini, il quale ha solo l'arte di restare repubblicano offrendo i suoi servigi ai principi.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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