Molti fra gli Italiani si affacciano oltre l'Alpi alla Svizzera repubblicana e vi trovano spettacolo di virtù semplici, di perenne concordia civile e di proprietà largamente diffusa e inviolata; viaggiano oltre il mare, agli Stati Uniti repubblicani, e vi trovano vita rigogliosa e crescente, lavoro universale e onorato, educazione pressochè universale, dignità di liberi in tutti, potenza, quando occorre, di sagrificio in armi e denaro, quale nessuna delle vostre monarchie può sognare; e si convincono che l'Instituzione Repubblicana significa onnipotenza di legge, ufficî dati al merito e alla virtù, eguaglianza d'anime promossa da eguaglianza d'educazione, governo iniziatore di progresso, ricchezza fondata sul lavoro, libero e vigilante consenso di cittadini in ogni cosa che li concerna, impossibilità quindi di rivoluzioni violente; mentre, volgendo gli occhî alle monarchie, vi trovano arbitrio, ufficî dati al privilegio d'oro o di nascita, ineguaglianza, corruzione scendente dall'alto, lavoro inceppato a ogni passo nella produzione e nella circolazione, ignoranza, accarezzata siccome strumento di servitù, nelle moltitudini, assenza d'armi e di voto nei più, e quindi rivoluzioni periodiche o frequenti tentativi d'insurrezione, fatali alla pace, all'industria, ai commerci, ma inevitabili dove diritti e doveri sono sistematicamente negati.
E finalmente, alcune migliaja tra gli uomini ai quali mentite, hanno letto ciò ch'io e parecchî dei miei amici repubblicani andiamo da ormai trentacinque anni scrivendo, e v'hanno raccolto che noi abbiamo sempre combattuto a viso aperto ogni terrore eretto a sistema, ogni vendetta del passato, ogni atto che sommova una classe di cittadini contro l'altra - che abbiamo virilmente respinto, affrontando per amore del Vero, il biasimo e l'ira di taluni fra i nostri più stretti amici, ogni sistema di comunismo, di spogliazione violenta, di violazione di patti accettati dalla Nazione, o di diritti individuali legittimamente acquistati - che abbiamo invariabilmente predicato ai nostri concittadini: voi non potete mutare in meglio le sorti del vostro Paese, se non a patto d'essere migliori, più virtuosi e più giusti di quelli che rovesciate.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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