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      Perchè non vive nell'anima vostra scintilla d'amore e d'orgoglio italiano, avete sperato che noi dovessimo spegnerla nella nostra? Perchè voi potete contemplar sorridendo l'agonia dell'anima della Patria, vi siete illusi a credere che noi ci rassegneremmo a non tentare di farla rivivere?
      Pensate che tutti debbano tradire la fede nel Dovere, perchè voi la tradite?
      Io non logorerei quest'ultimo minacciato avanzo di vita per una semplice questione politica, per affrettare di pochi anni o di mesi l'impianto dell'Instituzione Repubblicana; la Repubblica è, in Italia, inevitabile tra non molto; e lascerei al tempo e ai vostri errori l'opera loro a pro nostro. Ma se una questione di libertà o di finanza può affidarsi al più o meno lento svolgersi delle idee progressive, una questione d'onore non può. Il disonore è la cancrena delle Nazioni; ne spegne, se non è combattuta a tempo, la vita. Un Popolo che si rassegna, potendo altro, all'insulto straniero, che avendo in sè forze per essere popolo libero e padrone dei proprî fati, si trascina in sembianza di liberto fin dov'altri vuole e non oltre, è un popolo perduto: abdica potenza e avvenire. Noi siamo oggi, mercè vostra, disonorati; e ogni giorno che passa aggiunge alla coscienza del disonore uno strato di corruzione ai molti, che quattro secoli di servaggio, l'educazione gesuitica, le influenze straniere, il materialismo inseparabile dalla servitù, il machiavellismo ch'è la politica dei popoli incadaveriti, hanno messo intorno all'anima della Nazione.


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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano
pagine 1484

   





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