E, noi tempi più vicini a noi, la dinastia che servite perseguitò gli apostoli dell'Unità Nazionale e tentò spegnerne nel sangue la fede, finchè impaurita, costretta dall'onda dei moti popolari, trapassò dalla guerra all'inganno, e s'insignorì, promettendo, giurando e non attenendo mai, d'un terreno non suo, d'un lavoro iniziato e quasi compìto da uomini repubblicani, per farne monopolio a pro dei proprî meschini interessi. Oggi l'Italia è fatta, per essa, prefettura dell'Impero di Francia. Io non vedo un uomo tra voi, che non attinga dalle tradizioni straniere le idee, i modi di governo, i metodi amministrativi; non ne ricordo un solo che abbia avuto, prima dei fatti compìti, concetto d'Unità o fede nel popolo d'Italia o amore schietto e profondo della missione ch'essa è chiamata a rappresentare nel mondo, o senso di Dovere o, non fosse altro, orgoglio di Patria. La vostra morale è quella d'un machiavellismo bastardo: la vostra economia è scienza d'espedienti suggeriti o ricopiati da mezzi ingegni stranieri: la vostra politica è politica di resistenza: la vostra religione è ateismo mascherato d'ipocrisia.
Però cadrete, cadrete rapidamente, e ve ne avvedete. Com'è vero Dio, l'Italia sarà tra non molto repubblicana. E voi dovete il breve periodo di misera affannata esistenza che vi avanza, non alle vostre calunnie, ma alle nostre titubanze, alle passioncelle individuali, che non sappiamo ancor soffocare nella santa coscienza del fine, ai sospetti, alle mal ferme determinazioni, ai piccoli vizî di mente o di anima, inerenti a schiavi, che ruppero jeri soltanto la loro catena.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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