Se gli uomini che hanno in Italia il potere non hanno più anima per sentire questa tristissima verità, e possono discuter tranquilli una economia d'alcune migliaja di lire o la scelta d'un bibliotecario, tal sia di loro; ma la sentano i giovani e conquistino, a purificarlo, quel potere, che dovrebb'essere una santa missione, ed è oggi inutile impotente menzogna.
L'Italia è forte: essa può provvedere libera e secura alla propria vita nazionale, senza calcolo d'interventi stranieri o di leghe monarchiche avverse. Essa non dovrebbe, nel compimento del Dovere, arretrarsi davanti ad alcuna minaccia: nessuno, a ogni modo, checchè essa muti ne' suoi ordini interni, le farà guerra. L'Impero di Francia è condannato e lo sa: gli è necessario concentrare le forze a prolungare di qualche anno o di qualche mese una incerta combattuta esistenza: l'iniziativa Italiana determinerebbe in Francia la crisi suprema. L'Impero d'Austria si dibatte fra le esigenze minacciose delle diverse nazionalità che lo compongono, e alle quali le concessioni forzate all'Ungheria hanno dato, aggiunta al diritto, opportunità. L'Italia, è d'uopo ripeterlo, ha due onnipotenti elementi di forza in pugno che l'assicurano, non solamente d'una assoluta indipendenza ne' suoi moti, ma del primato morale in Europa: l'Alleanza Slava e la questione d'Oriente. Un Governo Nazionale Italiano stringerebbe in un mese la prima, ajutando, attraverso l'Adriatico, gli Slavi meridionali a costituirsi, liberi d'ogni giogo, da Cattaro e Zara ad Agram: e susciterebbe la seconda, offrendosi amico, purchè si unissero in un disegno di Confederazione, ai tre elementi, Ellenico, Slavo, Romano, che dominano l'Impero Turco in Europa.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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