A combattere intanto le stolte diffidenze, nudrite tuttavia da molti sull'avvenire, giovi una dichiarazione, nella quale io credo potermi, senza presumere, fare interprete del Partito. La stampa repubblicana fu finora troppo esclusivamente negativa, troppo paga a registrare le colpe della Monarchia, troppo corriva ad accogliere come prova di forza e d'estensione del Partito ogni manifestazione ch'abbia luogo in Francia, in Ginevra o altrove, senza avvertire alle idee che vi si esprimono. E quelle idee, profferite per avventatezza da uomini che non sanno e credono audacia l'atteggiarsi a distruttori d'ogni cosa, e da gente venduta celatamente ai Governi e addottrinata a spaventare con esagerazioni la borghesia, sono con arte d'indegna calunnia raccolte e additate ai poveri di spirito dalla stampa governativa come idee del campo repubblicano e indizio dell'avvenire, se trionfasse.
Per questo, e anzitutto per amore del Vero, è debito d'allontanare ogni pericolo d'inconsulta imitazione fra noi; è tempo che la stampa repubblicana assuma, più che oggi non ha, carattere severità, di sacerdozio morale; è tempo ch'essa abbia, non solamente il coraggio d'affrontare le ire e le persecuzioni monarchiche, ma quello assai più difficile d'affrontare gli sdegni dei traviati fra i nostri, e la temuta taccia di moderata dagli avventati che odiano e non sanno amare.
Guerra al capitale, abolizione della proprietà, ostilità alla borghesia, violazione d'obblighi assunti anteriormente dalla Nazione, crociata contro i preti cattolici, terrore e vendetta, son grida insane, immorali, di pochi selvaggi della politica, aborrite da quanti repubblicani hanno senno e core: nessuno ha mai osato, nè oserà mai tentare di tradurle in fatti; e chi lo tentasse, troverebbe in noi nemici più acerrimi che non nei monarchici.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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