L'Italia deve esser base secura d'operazione all'impresa. Una frazione d'arditi non riescirebbe che a chiamare, prima d'entrarvi, in Roma nuove forze francesi. A un fatto compito dalla Nazione in armi, nessuno oserà mover guerra.
Programma semplice, chiaro, puro da un lato di reticenze ed equivoci, puro, dall'altro, d'ogni voce che accenni a sistemi non definiti e molteplici, capaci quindi di false interpretazioni e di suscitare calunnie e terrori. Le due parole aggiunte da molti in Francia alla parola repubblica, inutili e senza valore pratico, hanno scisso il campo e indugiato il lavoro d'emancipazione più ch'altri non pensa. Chi mai può in oggi sognare d'una Repubblica fondata, come nell'antica Venezia, sopra un patriziato che più non esiste? Chi può intendere l'Instituzione repubblicana, se non come fatto anzi tutto sociale e mezzo al rapido miglioramento delle misere condizioni economiche dei più fra i produttori? Ma chi può, d'altra parte, esigere dichiarazioni solenni di socialismo, prima d'aver detto a quale fra i tanti sistemi cozzanti l'uno contro l'altro egli attribuisca quel nome? E a che varrebbe l'accettazione di quella voce straniera, quando chi l'accetta la intende probabilmente in modo diverso dal vostro? I soli pegni efficaci dell'avvenire sociale invocato stanno nell'attiva predicazione delle idee ragionevoli, desunte dal moto dell'Epoca e dai serî lavori di quanti hanno cercato e cercano di definirlo: stanno nell'ordinarsi del Popolo alla solenne espressione de' suoi più urgenti bisogni, nella scelta accurata degli uomini chiamati a dirigere, nelle questioni proposte dagli elettori ai membri dell'Assemblea, che dovrà dettare il Patto della Nazione.
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Scritti
Politica ed Economia
di Giuseppe Mazzini
Editore Sonzogno Milano pagine 1484 |
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